Il nostro itinerario di 3 settimane nel Sud-est asiatico

Io e Vincenzo siamo stati per la prima volta in Thailandia nel 2017 e ce ne siamo innamorati subito. Durante quel viaggio ci siamo dedicati alla scoperta della natura delle isole. Da allora abbiamo esplorato nuovi Paesi, ma con la Thailandia sempre nei nostri pensieri: ci sarebbe piaciuto visitarne la capitale Bangkok. Altri due grandi desideri che portavo nel cuore da diversi anni erano quelli di visitare il sito archeologico di Angkor in Cambogia e di fare il bagno del mare della Malesia. Sei anni dopo, appena usciti da una pandemia, guardando i prezzi dei voli, mi viene un’idea: realizzare questi desideri in un unico viaggio! Senza perdere tempo lo propongo a Vincenzo e vedo il suo volto illuminarsi con un enorme sorriso, lo stesso sorriso della prima volta in Thailandia. Qui di seguito ti racconto giorno per giorno il nostro itinerario di 3 settimane nel Sud-est asiatico.

Il nostro itinerario di 3 settimane nel Sud-est asiatico: La partenza

Come la posso spiegare l’emozione prima di un viaggio che si sogna da così tanto tempo? È come se il cuore battesse più forte, mentre riempi la mente con un’infinità di immagini e pensieri su ciò che andrai a vivere. Quest’emozione ti accompagna sin da quando il viaggio inizi a pianificarlo in ogni suo dettaglio. Ti ritrovi lì a sognare ad occhi aperti, immaginando i luoghi che andrai a visitare, le esperienze che vivrai. Provi un turbine di emozioni: gioia, entusiasmo, curiosità. Respiri l’aria di novità, di possibilità.

Queste emozioni personalmente le provo anche mentre preparo la valigia, quando scelgo i vestiti più adatti da portare, i documenti, la macchina fotografica. L’emozione cresce a dismisura la notte prima della partenza, durante la quale non riesco a spegnere la mente e quindi a dormire. Mi proietto in avanti immaginando ogni singolo dettaglio: dalle sensazioni che proverò appena metterò piede nella nuova terra agli odori che sentirò nell’aria. E poi quando finalmente arrivo in aeroporto l’emozione tocca l’apice, sento un mix di paura, gioia e gratitudine che mi pervade, perché so che sta per iniziare la mia nuova avventura. Un viaggio che ho sognato per così tanto sta diventando realtà! Sta per iniziare il nostro itinerario di 3 settimane nel Sud-est asiatico!

Giorno 1: Arrivo a Bangkok

Dopo un lunghissimo volo partito in serata dall’Italia, facendo un breve scalo a Istanbul, arriviamo finalmente a Bangkok. Non mi sembra vero: siamo tornati in Thailandia! Scesi dall’aereo e passati tutti i controlli, usciamo dall’aeroporto e cerchiamo subito un taxi, che con 450 Bath thailandesi, ovvero circa 12 euro ci accompagna al nostro hotel. Bangkok è una città enorme ed il traffico è intenso: dopo un’ora di tragitto arriviamo in hotel.

Abbiamo deciso di soggiornare a Khao San Road, la strada più famosa di tutta la città, e probabilmente anche la più rumorosa, per diversi motivi. Primo per risparmiare, secondo per essere vicini ai principali luoghi d’interesse che volevamo andare a visitare e terzo perché amiamo spostarci a piedi ed in tuk tuk. Facciamo il check-in, lasciamo i nostri bagagli in stanza e visto che era già ora di cena decidiamo di fare una doccia veloce e di andare a gustare immediatamente il celebre street food.

Il sole è calato e Khao San Road si è fatta bella per la serata. La strada ha cambiato aspetto: è ora colma di bancarelle che vendono ogni tipo di alimento, tra cui ho notato anche spiedini di coccodrillo e scorpioni. Io ho preso dei Satay di pollo con salsa di arachidi, mentre Vincenzo ha preso un Pad Thai. A vedere tutti questi tuk tuk luminosi ci è venuta voglia di farvi un giro, così contrattiamo sul prezzo con l’autista, saliamo a bordo e ci facciamo portare lungo il fiume. La corsa è stata un’esperienza adrenalinica, il tuk tuk sfrecciava a tutta velocità! Lungo il fiume passeggiamo ammirando incantati il Wat Arun illuminato che si trova sulla riva opposta. Il tempo di scattare qualche foto e torniamo in hotel, consapevoli che l’indomani ci saremmo dovuti svegliare prestissimo: alle 4.

Wat Arun illuminato

Giorno 2: Mercato della ferrovia e Mercato galleggiante

Suona la sveglia: ci prepariamo per partecipare ad un’escursione a due mercati particolari. La guida che ci accompagnerà passa a prenderci in hotel e ci fa accomodare sul pullmino.

Il primo mercato si trova a 80 km da Bangkok, durante il tragitto facciamo amicizia con gli altri partecipanti. Una volta arrivati a Mae Klong, vediamo che il mercato si tiene lungo la linea ferroviaria. 3 minuti prima dell’arrivo del treno suona un allarme. I venditori con gesti rapidissimi ritirano le loro merci e ci avvisano di spostarci facendo largo al treno che sfiora oggetti e persone. Una volta passato il treno, rimettono in bella mostra sui binari la loro mercanzia e tornano alle loro attività.

Mae Klong Market

Ripartiamo verso il mercato galleggiante di Damnoen Saduak. Arrivati saliamo a bordo di una long tail boat, la tipica imbarcazione, ed iniziamo ad esplorarlo, guardando le persone che acquistano, contrattando sempre il prezzo, dalla propria barca.

floating market

Tornati a Bangkok nel tardo pomeriggio decidiamo di visitare quello che da lì a poco sarebbe diventato il mio tempio preferito della città: il Wat Saket, un antico tempio situato sulla collina sacra del Monte d’oro. I gradini da salire per raggiungere la cima sono tanti e sono un percorso di contemplazione. Mentre salivo i gradini, ascoltando le preghiere dei monaci, ho sentito la spiritualità pervadere l’aria e mi sono commossa. Raggiunta la cima ammiriamo un indimenticabile tramonto sulla città.

Bangkok

Rientriamo in hotel per fare la doccia, saliamo su un tuk tuk e ci facciamo accompagnare a Chinatown, una delle zone più antiche della città. Davanti a noi la famosa Yaowarat Road, una delle strade più importanti di Bangkok, un tripudio di neon, odori e bancarelle di street food, oltre alle botteghe che offrono una gran varietà di prodotti, tra cui pinne di squalo e nidi di rondine.

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Giorno 3: Bangkok

Dedichiamo l’ultima giornata a Bangkok di questo nostro itinerario di 3 giorni nel Sud-est asiatico alla visita dei luoghi più iconici della città. Dopo colazione ci rechiamo al Grande Palazzo Reale, residenza ufficiale dei re di Thailandia dal 1785. Ammirando le magnifiche architetture di questo maestoso complesso di edifici ricoperti d’oro e mosaici che luccicano al sole, ne restiamo letteralmente incantati.

Noi abbiamo visitato il Grande Palazzo Reale in autonomia ma abbiamo visto anche chi ha partecipato ad una visita guidata come questa.

Grande Palazzo Reale Bangkok

Nelle vicinanze si trova il Wat Pho, uno tra i templi buddhisti più antichi di Bangkok, così lo visitiamo restando stupiti nel vedere che ospita più di mille statue raffiguranti Buddha. Quella che cattura maggiormente l’attenzione è il Buddha disteso, lunga 46 metri ricoperta di foglia d’oro. Scopriamo inoltre che la prima scuola di massaggio thai è nata proprio qui!

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Ci gustiamo un buon Pad Thai nelle vicinanze e prendiamo il battello che con pochi bath ci porta dall’altra parte del fiume, presso il Wat Arun. Dopo averlo visitato ci rechiamo al molo proprio di fronte ad esso e noleggiamo una long tail boat per farci accompagnare attraverso i canali fino al Wat Pak Nam, un tempio buddhista che ci offre una fuga dalla frenesia della città. Suggestiva la statua del Buddha Gigante che svetta tra le palafitte!

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Dopo la visita a questo luogo di pace, torniamo sulla long tail boat ed attraversiamo i canali ammirando le case tipiche. Per cena abbiamo pensato di deliziare il nostro palato in un ristorantino lungo il fiume con una romantica vista sul Wat Arun illuminato che risplende emanando una bellezza magica. E per concludere al meglio questo nostro soggiorno a Bangkok ci concediamo un massaggio rilassante in una piccola spa che si trova proprio sotto al nostro hotel.

Giorno 4: Trasferimento a Siem Reap

Mattinata dedicata alla preparazione dei bagagli e al check- out per raggiungere l’aeroporto subito dopo pranzo e volare nella nostra prossima destinazione di questo nostro itinerario di 3 settimane nel Sud-est asiatico. Il volo è durato poco meno di un’ora, giusto il tempo di salire e compilare i moduli per ricevere il visto. Purtroppo né io né Vincenzo siamo seduti accanto al finestrino, ma pazienza siamo felicissimi lo stesso: siamo in Cambogia! Incredibile, siamo appena atterrati a Siem Reap!

Ad accoglierci un acquazzone di 15 minuti, giusto perché avremmo raggiunto l’hotel in tuk tuk, ma appena è uscito il sole ci siamo innamorati dei colori della vegetazione tropicale! Abbiamo scelto di soggiornare presso l’Hotel Ladear Angkor Boutique, una bella struttura, pulita e dotata di tutti i comfort, oltre ad un personale cordiale e disponibile. Ci prendiamo un po’ di tempo per godere del balcone con vista sulla piscina e dopo una doccia rinfrescante ci incamminiamo verso Pub Street, l’unica via turistica della zona dove trascorrere le serate. Qui abbiamo gustato deliziosi piatti khmer presso il Mesa Restaurant.

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Giorno 5: Angkor

È l’alba ed io sono già sveglia da un’ora, troppo emozionata per restare a letto: oggi sarebbe stata la prima giornata del nostro tour privato di 3 giorni dei templi di Angkor! Dopo una colazione abbondante a base di pancake e frutta tropicale, arriva a prenderci la nostra guida Hoeung Phou, un cambogiano parlante italiano, insieme all’autista. Avendo io e Vincenzo già acquistato online i biglietti d’ingresso per Angkor a questo link non abbiamo dovuto perdere tempo prezioso in biglietteria.

La prima tappa del giorno è l’antica città di Angkor Thom, l’ultima delle capitali dell’Impero Khmer. Qui visitiamo i templi Bayon e Baphuon immersi nella giungla ed abitati da tante scimmie e farfalle giganti. Mi sono sentita come nel film d’animazione “Il libro della giungla”, che guarda caso è il mio preferito subito dopo “Aladdin”! Peccato per il caldo umido che ci costringe a bere litri d’acqua ed asciugare in continuazione il sudore: 35 gradi e 83% di umidità, e menomale che era la stagione delle piogge!

Angkor Thom

Breve sosta al tempio minore Ta Nei per poi gustare un pranzo tipico a base di Amok in un piccolo ristorante. Pennichella lungo il fiume e via che si riparte per visitare il famoso Ta Prohm, uno dei templi più sorprendenti di Angkor. Qui la vegetazione fa da padrona: le radici ed i rami degli alberi percorrono e coprono muri e colonne, creando un’immagine da film d’avventura. A proposito, questo luogo ha prestato la sua bellezza al set del film “Tomb Raider”!

Ta Prohm

Per concludere nei migliori dei modi questa prima giornata di tour, ammiriamo un tramonto infuocato proprio davanti al tempio Angkor Wat, la cui visita sarà l’indomani. Ceniamo a Pub Street e poi dritti in hotel a riposare, dopo aver puntato la sveglia alle 4:30.

Giorno 6: Angkor

Alle 5 del mattino puntualissimi arrivano a prenderci Hoeung Phou e l’autista che ci accompagnano ad Angkor Wat mentre fuori è ancora buio. Attraversiamo l’enorme giardino e ci posizioniamo davanti ad una pozza d’acqua. Siamo tra i primi ad arrivare. Il sole inizia ad alzarsi, colorando il cielo di rosa, per poi sbucare da dietro il maestoso tempio, trasformandolo in un’immagine onirica. Vedere l’alba ad Angkor Wat è sempre stato un mio grande desiderio. Sono profondamente grata!

Angkor Wat è il più grande monumento religioso del mondo. Fu concepito come tempio indù per poi essere trasformato in tempio buddista: fu costruito circa mille anni fa e completato in 40 anni. Si tratta di un edificio enorme completamente decorato da bellissimi bassorilievi che raccontano storie e leggende. Inoltre è il tempio meglio conservato della zona ed è l’unico a essere rimasto un importante centro religioso, diventando simbolo della Cambogia, la cui effigie stilizzata compare nella bandiera cambogiana. Io e Vincenzo siamo rimasti ammaliati da quest’epica fusione di storia, arte e spiritualità che si erge maestosa nel cuore della giungla.

alba Angkor Wat

Proseguiamo con la visita di un altro sito: il monastero di Banteay Kdei, che ricorda un po’ Bayon e Ta Prohm visti ieri, ma più piccolo e tranquillo. Facciamo sosta in un ristorante immerso nelle risaie per pranzare con deliziosi piatti khmer e ricaricare le energie.

Dopo mangiato raggiungiamo Banteay Srei, il “tempio delle donne”, un bellissimo santuario costruito in arenaria rossa con intricati dettagli. Ultima tappa Banteay Samré, un altro bel tempio induista. E dopo questa giornata intensa non ci resta che tornare in hotel, fare una doccia rigenerante e riposare. Che la serata l’abbiamo trascorsa a Pub Street ormai lo sapete. 😛

itinerario di 3 settimane nel Sud-est asiatico

Giorno 7: Angkor e Tonle Sap

Terzo ed ultimo giorno dedicato al parco archeologico di Angkor, con la visita al complesso di Roluos, dove ammiriamo i tre templi più antichi dell’arte khmer: Bakong, Lolei e Preah Ko. Dopo aver visitato questi santuari ci rechiamo al villaggio vicino per fare un giro nel colorato mercato locale: esperienza consigliata solo a stomaci forti, dato l’odore poco piacevole che proviene da carne e pesce.

mercato cambogia

Dopodiché ci dirigiamo al molo e saliamo a bordo di una piccola barca che ci porta al villaggio di palafitte Kompong Pluhk sulle acque del lago Tonlé Sap, dove conosciamo la vita quotidiana dei suoi abitanti. 

Tonle Sap palafitte

Una volta tornati sulla terraferma andiamo a pranzo in un ristorante immerso nel verde e torniamo in hotel. È giunto il momento di salutare e ringraziare Hoeung Phou e l’autista per averci accompagnati in questi 3 indimenticabili giorni. Con Hoeung Phou ci siamo trovati davvero bene, con lui Angkor non ha segreti! Hoeung Phou ci ha raccontato la storia di ogni luogo che abbiamo visitato e ci ha narrato antichissimi miti, facendoci notare dettagli a cui da soli non avremmo fatto caso. Consigliatissimo dunque visitare Angkor accompagnati da una guida. Inoltre tutte le volte che tornavamo in auto dopo aver visitato un tempio, l’autista ci forniva un asciugamano rinfrescante ed una bottiglietta d’acqua fresca. Io e Vincenzo siamo davvero soddisfatti!

Angkor in 3 giorni

Ora una bella doccia e riposino fino all’ora di cena: Pub Street ci aspetta!

Giorno 8: Trasferimento a Kuala Lumpur

Quest’ultima mattinata in Cambogia la dedichiamo alla visita di una Lotus Farm, a pochi chilometri fuori da Siem Reap. Chiediamo ad un autista di accompagnarci col suo tuk tuk, il quale accetta volentieri. Durante il tragitto ammiriamo paesaggi rurali fatti di risaie colme d’acqua dove il cielo si specchia in tutta la sua maestosità. Una volta arrivati ci facciamo spiegare come mai il fiore di loto sia così importante per i cambogiani. Scopriamo così che il loto è associato alla divinità ed alla rinascita, in quanto emerge elegantemente dall’acqua torbida rappresentando la trasformazione spirituale. Ci prendiamo qualche minuto per lasciarci trasportare dalla tranquillità del luogo, quando all’improvviso inizia a piovere.

lotus farm siem reap

Così ci facciamo riaccompagnare in hotel dove approfittiamo del suo centro benessere per farci fare un massaggio khmer con erbe tradizionali calde: il modo migliore di salutare questo esotico angolo di mondo che ci ha completamente conquistati. Dopo pranzo prepariamo i bagagli e salutiamo il personale dell’hotel che ci ha continuato a salutare con la mano fino a quando non siamo scomparsi all’orizzonte. Confesso che anche questa volta mi è scesa qualche lacrima.

Dopo poco più di 2 ore di volo ed un’ora in avanti di fuso orario siamo atterrati nella cosmopolita Kuala Lumpur: siamo in Malesia! Prendiamo un taxi e ci facciamo accompagnare all’hotel The Kuala Lumpur Journal, arrivando a mezzanotte, dopo un’ora di tragitto.

Giorno 9: Kuala Lumpur

La nostra prima mattina nella multiculturale capitale della Malesia la dedichiamo alla visita delle Batu Caves: formazioni calcaree che ospitano uno dei più popolari santuari indù al di fuori dell’India. A darci il benvenuto all’ingresso una gigantesca statua d’oro raffigurante Lord Murugan alta 43 metri e 272 gradini che saliamo per raggiungere l’antico santuario. Io soffro di vertigini ed il caldo umido del Sud-est asiatico non si può descrivere a parole. A tutto questo aggiungici delle scimmie che corrono su e giù per le scale, diventando aggressive per rubarti le cose dalle mani e dallo zaino. Una volta entrata nella grotta vengo avvolta dall’atmosfera mistica del luogo: sarei rimasta lì ancora per un po’.

Batu Caves

Ma il tempo scorre ed è ora di visitare il Royal Selangor, dove abbiamo osservato come vengono realizzati i prodotti in peltro ed ammirato il boccale in peltro più grande del mondo.

itinerario di 3 settimane nel Sud-est asiatico

Dopo pranzo, una pennichella per recuperare le forze ed una doccia fresca, prendiamo la monorotaia su un binario sopraelevato e ci rilassiamo al KLCC Park, un bel parco con circa 1900 alberi esotici. Quando il sole inizia a calare ammiriamo in lontananza la KL Tower che viene illuminata ed entriamo in un ristorante per cenare. Alle ore 21 il cielo è buio e ne approfittiamo per scattare delle fotografie con sfondo le torri gemelle più alte del mondo: le Petronas Twin Towers illuminate. Ad un certo punto sentiamo della musica avvincente provenire dal Symphony Lake, così ci avviciniamo ed ammiriamo le divertenti animazioni delle sue due fontane musicali. Uno spettacolare modo di darci la buonanotte!

Petronas Twin Towers Symphony Lake

Giorno 10: Escursione a Malacca

Ed ecco che anche stamattina la sveglia suona prestissimo: pronti per l’escursione in giornata a Malacca! Il suo centro storico è colmo di attrazioni ed è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Qui visitiamo:

  • la bianca Chiesa di San Pietro, la più antica chiesa cattolica romana funzionante della Malesia;
  • la Chiesa di San Paolo;
  • Porta de Santiago, uno dei quattro ingressi principali del Vecchio Castello di Malacca, conosciuto con il nome di A Famosa, tra i più antichi resti architettonici europei nel Sud-est asiatico;
  • lo Stadthuys, edificio storico caratterizzato da pareti esterne di colore rosso scuro;
  • la Christ Church, la più antica chiesa protestante in funzione dell’intera Malesia, che domina la piazza con il suo particolarissimo colore rosso. Proprio davanti ad essa ci siamo ritrovati centinaia di tuk tuk super trash che, per quanto divertenti, rovinano l’atmosfera.

Per pranzo ci rechiamo in un ristorante tipico e proseguiamo la nostra visita nel quartiere di Chinatown, dove visitiamo il bellissimo Cheng Hoon Teng Temple. Raggiungiamo Jonker Street, cuore pulsante del quartiere, e ci concediamo un ottimo cendol, un tipo di granita accompagnata da pasta di fagioli verdi, fagioli marroni e sciroppo di zucchero di palma.

Cheng Hoon Teng Temple

Facciamo ritorno al nostro hotel a Kuala Lumpur e ci prepariamo per la serata in compagnia di una coppia conosciuta a Malacca. Ci troviamo a Jalan Alor Food Street, la celebre via dello street food di Kuala Lumpur, dove deliziamo i nostri palati con prelibatezze locali.

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Giorno 11: Trasferimento a Pulau Redang

Sveglia all’alba e dritti verso l’aeroporto, dove avremmo preso un volo interno per raggiungere l’ultima tappa di questo nostro itinerario di 3 settimane nel Sud-est asiatico: Pulau Redang. Il volo diretto è stato cancellato, così ne prendiamo un altro fino a Kuala Terengganu, taxi fino al molo ed infine barca per un’ora (col mare mosso ovviamente). Una volta arrivati restiamo subito incantati dalla natura selvaggia di quest’isola tropicale. Ci incamminiamo verso il nostro umile alloggio, uno dei pochi sull’isola, che si trova proprio accanto al famoso The Taaras Beach & Spa Resort. Mettiamo giù i bagagli e ci incamminiamo verso la spiaggia più vicina a noi, che poi si rivelerà essere anche la più bella: Turtle Bay.

Per raggiungere la spiaggia attraversiamo un breve tratto di giungla popolata da scimmie e varani giganti. La spiaggia è soffice e bianca, l’acqua del mare è azzurra e cristallina, la vegetazione lussureggiante. Un vero paradiso terrestre. Aspettiamo il tramonto e quando il cielo inizia a tingersi di rosso torniamo in hotel per una doccia e andiamo a cena in un ristorantino disperso nella giungla, dove poi torneremo tutti i giorni per ogni pasto, tanto ci siamo trovati bene.

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Giorno 12 fino al giorno 18: Pulau Redang

Pulau Redang è un’isola davvero piccola e selvaggia, dove il tempo sembra essersi fermato. C’è una sola strada, due/tre spiagge, un villaggio locale con una bella moschea ed uno dei siti di conservazione più importanti della Malesia per le specie di tartarughe in via d’estinzione. Con i suoi scenari da cartolina è il luogo perfetto per staccare la spina dalla frenesia della vita moderna. La nostra idea iniziale era quella di trascorrere un paio di giorni qui per poi spostarci nelle vicine isole Perenthian, ma Turtle Bay ci ha completamente ammaliati e così abbiamo deciso di restare per goderci la pace di questo luogo.

Qui abbiamo fatto amicizia con altre coppie di viaggiatori con anime simili alle nostre ed abbiamo trascorso dei piacevoli momenti insieme raccontandoci a vicenda le proprie avventure nel mondo. Un giorno ci siamo accordati con un barcaiolo per farci accompagnare a Long beach, un’altra bella spiaggia di sabbia fine con un mare cristallino popolato da piccoli squaletti, ma troppo affollata per i miei gusti. Così torniamo nella nostra amata Turtle Bay dove trascorriamo il resto del nostro itinerario di 3 settimane nel Sud-est asiatico facendo snorkeling tra colorati pesci tropicali e tartarughe giganti.

Turtle bay Redang

Giorno 19: Ritorno a Kuala Lumpur

È arrivato l’ultimo giorno di questo nostro itinerario di 3 settimane nel Sud-est asiatico. Salutiamo Pulau Redang con un volo diretto per Kuala Lumpur a bordo di un minuscolo e sgangherato aereo che mai avrei pensato di prendere in vita mia. Torniamo all’hotel The Kuala Lumpur Journal per fare una doccia e per prepararci per una serata in compagnia di una coppia di italiani conosciuta qualche giorno prima a Pulau Redang. Dopo tutti questi giorni trascorsi a mangiare noodles e cibo speziato, ci siamo concessi una pizza in un ristorante italiano di Kuala Lumpur. Posso dirlo? Amo mangiare i cibi tipici del luogo che sto visitando, ma niente mi soddisfa come una pizza: ogni morso è una festa per i sensi.

Giorno 20: Ritorno in Italia

Il nostro volo per tornare in Italia parte alle 8 del mattino e dopo 15 ore e mezza siamo a casa! Viaggiare è meraviglioso ed arricchisce la nostra vita, tuttavia c’è qualcosa di speciale nel tornare a casa dopo un viaggio avventuroso. Una pausa per apprezzare ciò che abbiamo. Sognando la prossima meta, ovviamente. 😉

Se il nostro itinerario di 3 settimane nel Sud-est asiatico ti è piaciuto lascia un commento e continua a seguirmi per viaggi sempre nuovi!

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